La visita a Noale ci porta immediatamente a riscoprire un’epoca poco testimoniata dei manufatti presenti nel resto della Terra dei Tiepolo. Il centro storico di Noale, con la sua Rocca medievale e le due Torri, è tutt’oggi circondato da fossati medievali che identificano il Castello sorto a cavallo della direttrice Camposampiero-Mestre.
L’itinerario può partire dal percorso attorno al suo mastio circondato dalle acque del fiume Marzenego e proseguire con una visita a Piazza Castello, in cui troviamo la Chiesa Arcipretale e antichi palazzi decorati, nonché due grandi porte d’ingresso munite di merlature a coda di rondine, cui si affiancano le torri note come Torre dell’Orologio (visitabile contattando la Proloco qui) e Torre delle Campane, spesso sede di mostre ed esposizioni. La chiesa presenta nell’altare maggiore una pala opera di Damiano Mazza, scolaro del Tiziano, raffigurante i Santi Martire Felice e Fortunato a cui è dedicata. Inoltre, conserva al proprio interno la tela S. Giovanni Battista tra i Santi Pietro e Paolo attribuita al grande pittore Vittore Carpaccio.
Dirigendosi verso Piazza XX settembre si incontra alla propria sinistra il palazzo della Loggia, sede del Consiglio Comunale e della Pinacoteca Egisto Lancerotto, pittore nato a Noale nel 1847.
Personaggio eclettico non sempre apprezzato dalla critica che, tuttavia, trova ancora oggi fortuna in vari musei italiani e costante presenza nelle aste anglosassoni. Lasciò in eredità al comune natale la sua ricca produzione artistica, composta da settantotto oli su tela e diciannove bozzetti su carta che ora compongono la Collezione Civica.
Dopo aver oltrepassato la direttrice Padova-Treviso possiamo scorgere Piazza XX Settembre con i suoi edifici caratterizzati da portici in cui segnaliamo la presenza della Caseta “dei Battuti”, cappella che risale alla fine del XV secolo, sede della Confraternita dei Battuti che fu promotrice di una delle prime organiche forme di assistenza sociale ai poveri, ai malati e ai bisognosi.
Il centro storico di Noale e le sue rilevanze storico artistiche sono visitabili attraverso il servizio della Proloco cliccando qui http://www.proloconoale.it/visite-guidate/
Dirigendosi verso la cittadina limitrofa di Scorzè, suggeriamo prima di visitare l’Oasi Cave di Noale.
Inizialmente dedicata all’estrazione di argilla, l’oasi si estende su una superficie di circa 20 ettari ed è individuata come Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale. Nei primi anni ‘70, per esaurimento delle vene d’argilla, le cave alimentate sia dall’acqua piovana che da quella di falda e da quella proveniente dal Rio Draganziolo, si sono trasformate in stagni. Si è così creata una zona umida di grande pregio naturalistico che ha favorito l’insediamento di un elevato numero di specie animali. Anche dal punto di vista vegetazionale l’area risulta particolarmente interessante per la fitta boscaglia igrofila che contorna gli stagni.
Accesso libero. Postazioni per birdwatching e la fotografia naturalistica.
Da Aprile a Settembre: martedì e giovedì dalle 14.00 alle 20.00 – sabato e domenica dalle 08.00 alle 20.00;
da Novembre a Febbraio: domenica dalle 09.00 alle 16.00
Marzo e Ottobre: martedì e giovedì dalle 14.00 alle 18.00 – sabato e domenica dalle 08.00 alle 18.00 Info: www.oasicavedinoale.it
Il filo conduttore dettato dal tema medioevale ci porta a Scorzè alla scoperta dei suoi Mulini, altro elemento caratteristico della campagna veneta che proprio a partire dall’anno Mille iniziò a costellare il paesaggio dei numerosi corsi d’acqua che si districavano tra aree coltivate, aree paludose e aree boschive.
Proseguendo il percorso lungo la Strada Noalese, ci ritroviamo nel centro di Scorzè, la terra degli orti. Denominazione ispirata dalla secolare organizzazione idrica ed agraria che rende possibile una produzione agricola ed orticola di prim’ordine. Il paniere di verdure e ortaggi offerto dal territorio è di indubbia qualità: ai prodotti principi che godono della promozione di una organizzazione e di una manifestazione dedicata quali asparago di Badoere I.G.P., fragola, pomodoro, pisello di Scorzè De.Co., Radicchio rosso di Treviso I.G.P., se ne aggiungono molti altri (kiwi, patata americana, peperone).
Le manifestazioni locali dedicate a questi prodotti rappresentano un’ottima occasione per immergersi nella realtà locale e gustare i prodotti di stagione. Prodotti che crescono grazie alla presenza abbondante di acque di risorgiva che rendono possibili particolari coltivazioni e lavorazioni come quella del radicchio rosso di Treviso I.G.P. Le anse di questi corsi d’acqua, con la lentezza tipica dei fiumi di pianura, grazie ai loro argini robusti ci guidano alla scoperta di antichi mulini come l’Oasi di Mulino Todori. Un percorso di circa 7 km lungo il fiume Dese. Partendo dal mulino Todori è possibile giungere fino al mulino Cosma, toccando i quattro mulini sul Dese presenti nel Comune di Scorzè: il mulino Todori, il mulino Michieletto, il mulino Bonotto e appunto il mulino Cosma. Anche se i mulini non sono più utilizzati per la funzione di macinare e sono trasformati in luoghi di ritrovo e di ristoro, l’itinerario riesce a ripercorrere e a dare l’idea della storia dell’antica campagna veneziana. Il percorso è sempre aperto. Si ha accesso da via Treviso (ponte sul Dese), da Viale Kennedy, da via San Benedetto e da via Contea.
Altro interessante percorso da svolgere in bici o a piedi è quello lungo le Golene del Rio Gallesello, sempre nel territorio del Comune di Scorzè, precisamente a nord della frazione di Rio San Martino. Qui infatti, alcune opere di mitigazione del rischio idraulico hanno regalato al territorio nuovi ed inediti scenari naturalistici e paesaggistici. Lungo il corso del Rio Gallesello, infatti, sono stati predisposti numerosi laghetti di contenimento delle acque con la duplice funzione di raccogliere l’acqua piovana in eccesso e di rallentare il più possibile il deflusso delle acque verso la laguna. Un percorso suggestivo attraverso i paesaggi di risorgiva che caratterizzano il Veneto centrale circondati da campi chiusi e vegetazione rigogliosa che fa da cornice a sistemazioni agrarie tradizionali in cui spicca quale re il Radicchio di Treviso. Questo percorso permette di scoprire le golene dei rii San Martino, Vernise e Gallesello, con le loro acqua limpide depuratrici del territorio. Si incontrano località dove caseggiati antichi lasciano una traccia identitaria viva della cultura contadina propria di queste terre con viali di strade di origine romana rimasti intatti nel tempo e alberi monumentali. Un’esperienza autentica per immergersi nella natura.